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Storia dell'Arte

Pittura - Opere

40.
Lama Ghelukpa
XIX secolo
tempera su cotone preparato, 192 x l28 cm
Questo lama (tibetano bla-ma, traduzione del sanscrito guru, che significa 'guida religiosa' e non è sinonimo di 'monaco') Ghelukpa (vedi cat. nn. 37 e 38) è ritratto con la fascia rossa utilizzata dai praticanti dello yoga per mantenere gli arti a lungo nella stessa posizione, e nel gesto di chiamare la terra a testimone della sua illuminazione con la mano destra. La sinistra regge un'offerta la cui forma ricorda il vaso dell'immortalità, attributo caratteristico di Amitayus, aspetto del Buddha cosmico Amitabha (vedi cat. n. 16 e 17), del quale i Pancén Lama - grandi abati del monastero Ghelukpa di Trascilhünpo, nel Tibet meridionale - sono considerati manifestazioni.
Il maestro vestito in abiti cerimoniali in alto a destra è probabilmente lo stesso raffigurato nell'immagine principale, sovrastata da un altro dignitario Ghelukpa. In alto a sinistra è raffigurato il dotto indiano Àtisa (vedi cat. n. 34), il cui principale discepolo tibetano, Dromtön, fondò il primo ordine religioso tibetano, denominato Kadampà ('Quelli Vincolati dal Comando', vale a dire dalla parola del Buddha), del quale i Ghelukpa furono i continuatori non soltanto ideali; furono, infatti, noti anche con l'appellativo di 'Nuovi Kadampà'. In basso sono raffigurati, a sinistra, il committente del dipinto con quattro attendenti e, a destra, Giàmbhala, il dio buddhista delle ricchezze, nell'atto di sorreggere una mangusta che vomita gioielli.

 

© Il Quadro Srl

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La pagina è stata aggiornata nell'agosto 2001

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