Storia
dell'Arte
Pittura
- Opere
31.
Grande adepto
XVIII secolo
tempera su cotone preparato, 72 x 44 cm
Durante l' VIII secolo diverse forme di Buddhismo s'incontrarono e talora scontrarono in Tibet per ottenere i favori della corte e di una parte dell'aristocrazia. Se da un lato alcuni sovrani tibetani ponevano quesiti di carattere squisitamente dottrinale ai dotti buddhisti indiani e cinesi ospiti alla loro corte, dall'altro il popolo tibetano era maggiormente sensibile al richiamo delle pratiche magiche di alcuni maestri eccentrici, chiamati siddha (' realizzati'), i quali promettevano non soltanto il raggiungimento della condizione di Buddha in una sola vita, ma anche concreti vantaggi mondani. Il più famoso rappresentante del Buddhismo esoterico in Tibet fu Padmasàmbhava, che svolse un ruolo importante nei rituali di esorcismo che precedettero la fondazione di Sàmye, il primo monastero buddhista edificato in Tibet (vedi cat. n. 32).
Gli attributi più caratteristici di Padmasàmbhava nel suo aspetto noto come Gnima Öser (' Raggio di Luce del Sole') e d'altri Grandi Realizzati sono uno scettro magico e una coppa ricavata da una calotta cranica umana (cfr. per esempio Gerd-Wolfgang Essen e Tsering Tashi Thingo, Die Götter des Himalaya - Tafelband, München 1989, p. 9G, fig. I 54, e James Robinson, Buddha's Lions, Berkeley 1979, p. 96). Lo scettro magico è costituito da un tridente - tipico attributo del dio induista Siva - nel quale sono infilzate tre teste umane in varie fasi di decomposizione, una piccola giara d'oro, un doppio vajra (vedi cat. n. 33) e uno stendardo, ai quali si aggiunge qui un doppio tamburino a clessidra, altro emblema caratteristico di Siva, quasi a sottolineare lo stretto rapporto intercorrente fra il tardo Buddhismo esoterico e lo sivaismo: dalle biografie leggendarie dei Grandi Realizzati buddhisti si desume che molti di essi erano di origine induista, spesso di alta casta. La fascia utilizzata dagli yogin per mantenere a lungo gli arti in particolari posizioni e anche il paniere contenente le loro scritture, qui di colore blu, si ritrovano nell'iconografia dei Grandi Realizzati (per questo secondo attributo si vedano per esempio Gerd-Wolfgang Essen e Tsering Tashi Thingo, Die Götter des Himalaya - Systematischer Bestandskatalog, München 1989, pp. 75 e 77, figg. II-157 e II-l61, e James Robinson, op. cit, p. 96).
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