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Storia dell'Arte

Pittura - Opere

28.
Srėmati
XVII secolo 
tempera su cotone preparato, 97 x 71 cm
Srėmati (o Rematė; nota anche con l'epiteto di Srėdevi, che designa in realtā diverse divinitā femminili) č la versione buddhista della dea induista Kali, l'aspetto pių feroce della consorte di Siva: un'orchessa che, secondo la demonologia indiana, insidia specialmente la vita dei bambini. Nel pantheon buddhista indo-tibetano essa assolve la funzione di custode della dottrina e in Tibet č tradizionalmente considerata la protettrice di Lhasa.
Secondo una delle descrizioni di questa divinitā contenute nei testi tibetani, Srėmati č di colore blu cupo e ha un volto con tre occhi; dalle sue fauci fuoriesce un corpicino straziato. Sul suo sincipite dovrebbe brillare la luna, mentre sul suo ombelico splende rosso il sole. La mano destra della dea brandisce una grossa clava, qui sostituita da un bastone, mentre la sinistra regge il cranio di un bimbo nato da un'unione incestuosa. La dea indossa una sciarpa svolazzante e un perizoma di pelle di tigre, e il suo corpo č cosparso della cenere di cadaveri cremati; č adorna di un diadema di teschi, di una ghirlanda di teste appena mozzate, e d'altri ornamenti ossei. Il suo orecchio destro dovrebbe essere ornato con un leone, il sinistro con un serpente. La dea porta un abaco ligneo infilato nella cintola, un sacco pieno di malattie, delle tavolette, un paio di dadi, e un gomitolo magico. La sella della sua cavalcatura, un mulo normalmente raffigurato con un occhio sulla natica sinistra, č fatta con la pelle di un cadavere scorticato. I1 mulo, bardato con finimenti costituiti da serpenti, č guidato da un attendente con la testa di un mostro marino attraverso un oceano di sangue, sul quale affiorano isole e continenti.

 

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La pagina č stata aggiornata nell'agosto 2001

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