Storia
dell'Arte
Pittura
- Opere
21.
Ciakrasàmvara
XVIII secolo
tempera su cotone preparato, 58 x 41 cm
Sàmvara ('Vincolo' del voto) è una manifestazione terrifica del Buddha cosmico Aksciòbhya (vedi cat. n. 16) e una delle più note divinità tutelari del Buddhismo indo-tibetano, anche se la sua iconografia è, almeno in parte, d'origine sivaita. Ne esistono diverse forme, ma la più comune è quella con quattro volti e dodici braccia, nota con il nome di Ciakrasàmvara ('Unione della Ruota' degli elementi). Il dio indossa sui fianchi una pelle di tigre e sul dorso la pelle fresca e ancora sanguinante di un elefante appena scuoiato, mentre le sue molteplici mani reggono vari attributi caratteristici del Buddhismo esoterico: le destre impugnano un tamburino a clessidra (tipico emblema del dio induista Siva), un'ascia, un coltello a lama ricurva usato nella scoiatura, un cordone sacro e un vajra (vedi cat. nn. 8 e 33); mentre le sinistre reggono uno scettro magico in cui sono infilzate tre teste in vari stadi di decomposizione, una coppa ricavata da un cranio umano colmo del sangue e del grasso dei nemici della fede simbolicamente uccisi, un lasso, la testa del dio induista Brahma e un campanello.
Ciakrasàmvara danza congiunto alla sua consorte, in questo caso Vajravarahi, calpestando due divinità induiste: Bhàirava (una forma di Siva, di colore blu notte), con il piede destro, e la dea Kalaratri (di colore rosso), con il piede sinistro. Anche Vajravarahi, letteralmente avvinghiata a Ciakrasàmvara, stringe un coltello usato nella scoiatura. Tale armamentario, al pari della ghirlanda di teste mozzate indossata dal dio ci rimanda a pratiche del tutto particolari del tardo Buddhismo esoterico indiano, i cui adepti frequentavano luoghi selvaggi e inospitali quali i carnai e i luoghi di cremazione, e praticavano forme di yoga sessuale in contrasto con la disciplina monastica e la dottrina tradizionale del Buddha, che veniva contemporaneamente insegnata nei monasteri dell'India.
©
Il Quadro Srl |